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La coppia con 36 titoli diversi ha bisogno di semplificare

a cura di Marco Liera

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21 giugno 2008

Siamo due coniugi settantenni, pensionati, e gradiremmo avere la vostra opinione sugli investimenti del nostro attuale patrimonio mobiliare, come da allegata distinta con valori al 31 dicembre 2007. Abbiamo due figli laureati, coniugati, indipendenti, con abitazione di loro proprietà. Viviamo in casa di proprietà del valore di circa 250mila euro e abbiamo una seconda casa in montagna di pari valore circa. Le nostre pensioni ammontano a circa 39mila euro annue. Il nostro fabbisogno annuo, tenendo conto di viaggi e regali a figli e nipoti, è di circa 50mila euro. La nostra propensione al rischio è medio-bassa, anzi più bassa che media, e i nostri obiettivi sono: econservare e possibilmente incrementare il valore del capitale; rarrotondare le pensioni con ricavo di cedole e/o dividendi; tavere nella vecchiaia il necessario per eventuali spese mediche straordinarie; ulasciare ai figli quanto possibile.
Cosa è necessario cambiare ai fini di cui sopra?

R.D.S. - (Valdagno, Vi)

La vostra ripartizione del portafoglio strategica è coerente con il profilo di rischio che dichiarate, perché i 450mila euro di attività finanziarie sono suddivise al 55% in titoli di Stato, al 15,8% in obbligazioni, al 5,4% in azioni, all'8% in fondi comuni azionari, e al 15,8% in polizze Vita. Quindi l'esposizione ad attività rischiose è contenuta al 13,3%, credo in linea con la vostra capacità di tollerare le perdite.
La principale criticità del vostro portafoglio è la sua complessità. Trentasei strumenti su cui spalmare 450mila euro sono troppi, in relazione al tempo che vi è richiesto per seguirne l'andamento. Capisco che 20 di questi 36 strumenti sono titoli di Stato italiani, quindi emessi da un unico soggetto sul quale le valutazioni di solvibilità sono abbastanza semplici. Capisco anche che avete scelto dei titoli di Stato con diverse scadenze allo scopo di avere flussi cedolari distribuiti su mesi differenti. Ma una maggiore semplicità vi lascerebbe più tempo da dedicare alle vostre passioni, e agevolerebbe il controllo del portafoglio (anche perché vedo che fate l'aggiornamento a mano, e non su foglio elettronico).

Bisogna che poi facciate due conti sulla compatibilità del vostro obiettivo di fruizione di una rendita integrativa delle vostre pensioni (pari a circa 11mila euro all'anno, pari alla differenza tra i 39mila euro di pensione e i 50mila di fabbisogno) con quello – assolutamente condivisibile – di conservazione del capitale in termini reali. A occhio e croce, la somma di titoli di Stato e bond nel vostro portafoglio vi genera una rendita netta sufficiente a raggiungere il vostro obiettivo, ma il problema è che il capitale sottostante è garantito soltanto in termini nominali. Dubito che la parte restante del vostro capitale (il 29,1% investito in azioni, fondi azionari e polizze Vita) possa offrire nel lungo periodo un rendimento sufficiente a coprire anche l'erosione inflattiva della componente obbligazionaria. Nell'ipotesi di un'inflazione al 3%, quel 29,1% del vostro portafoglio dovrebbe rendere almeno il 10% per sperare di coprire tutta la vostra ricchezza mobiliare dall'erosione monetaria. All'estremo opposto, rinunciando (forse imprudentemente) a qualsiasi diversificazione, e mettendo i vostri 450mila euro in un BTp inflation linked otterreste sì la protezione del capitale lordo dall'inflazione area euro, ma una rendita annua netta reale inferiore agli 11mila € desiderati (nell'intorno degli 8.500 €).

A questo punto, avete davanti una scelta: dovreste cercare di capire se per voi sia più importante la rendita integrativa o la conservazione del capitale, oppure una via di mezzo tra le due priorità. Vi ricordo che con il portafoglio attuale raggiungete il primo obiettivo, ma il secondo lo realizzate soltanto in minima parte. Se vi accontentaste di una rendita inferiore, potreste destinare le cedole non consumate all'avvio di un piano di accumulazione in Etf e/o fondi azionari internazionali ben gestiti e a basso costo, in modo tale da incrementare nel tempo la componente del portafoglio che maggiormente vi consente di difendervi dall'inflazione.
Il fatto che non siate più giovanissimi non deve farvi pensare che la vita che vi sta davanti non debba essere ancora molto lunga. Pertanto, dovreste cercare di fare qualche riflessione sull'esigenza di continuare ad accumulare anche in questa fase. Al tempo stesso, va chiarito se i "regali" ai vostri figli e nipoti siano soltanto tali o siano invece degli effettivi sostegni al loro tenore di vita. Se così fosse, bisognerebbe trovare con i vostri figli un punto di equilibrio tra le loro necessità economiche e la serenità della vostra vecchiaia.

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